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Cybersecurity, perche’ e’ importante?

Oggi, 28 Gennaio 2019, è il Data Protection Day, giornata europea della protezione dei dati. Dal 2006 che l’UE ha istituito tale ricorrenza ma, da allora, sono cambiate tante cose.

Tale data offre un momento di riflessione condivisa, evidenziando svariati aspetti legati alla multi-disciplina della protezione dei dati.

Il tema della protezione dei dati personali è di estremo rilievo e non va affatto sottovalutato. Le tecnologie sono utilizzate quotidianamente soprattutto attraverso computer, smartphone, tablet e altri device. Forniamo i nostri dati personali per fruire di beni e/o servizi e il titolare del trattamento è tenuto al rispetto delle norme del GDPR e del codice privacy, così come modificato dal D.Lgs. 101/2018.

Secondo dati forniti dalla Commissione Ue nei giorni scorsi, sono quasi 100mila i ricorsi presentati dai cittadini dopo l’entrata in vigore del Gdpr, il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati approvato a fine maggio 2018. Visto che i dati sono il nuovo “petrolio”, ho stilato una classifica degli errori più comuni che vengono commessi e che mettono a rischio la vita digitale:

  • riutilizzare le stesse password più volte
  • lasciare la webcam sempre accesa (o non coperta)
  • non aggiornare i software 
  • consentire alle app di dare accesso completo al proprio dispositivo (senza previa verifica dell’app stessa)
  • mancanza di un software di gestione password (quale software? puoi consultare questo mio articolo “https://www.amministratoreevoluto.com/hacker_maninthemiddle/” )
  • password scritte su post-it lasciate in bella vista sulla scrivania o sul monitor, peggio ancora su post-it volanti

Secondo un rapporto sulla sicurezza digitale, in Italia, nel 2018 sono infatti saliti a oltre diecimila i furti di dati sensibili e bancari delle persone, che in genere vengono utilizzati per truffe, ricatti o per essere rivenduti al migliore offerente. I dati di un utente, secondo la polizia postale, valgono in media dai 2 ai 18 euro in base alle informazioni trafugate, ma possono arrivare ad essere rivenduti a 500 euro se riguardano l’accesso ad un account paypal verificato.

Il fil rouge è la prevenzione: ogni giorni perpetuano incursioni e cyberattacchi, spesso non visibili nell’immediato ma concepiti per attivarsi nel lungo termine, dopo aver  penetrato infrastrutture aziendali mediante dispositivi mobili e fatto incetta di più dati possibili.

La sicurezza prima di tutto, anche nel digitale 🙂

A presto,
Manuel “DeMan” De Stefano

La mail che risponde per te anche quando sei in vacanza: L’AUTORESPONDER

Riporto un mio articolo scritto per Amministratore Evoluto®:

Scenario  apocalittico
23 dicembre ore 16. Sono le ultime ore che trascorri in ufficio, ovviamente il pc si blocca ogni 5 minuti per la mole di lavoro che stai gestendo (non dovrebbe accadere con dispositivi ottimizzati per la tua attività) e i clienti ti chiamano disperati per il tuo temporaneo ma imminente “abbandono”.

Si lo so: hai già l’auto piena di valige e la testa sulle piste da sci (metti il casco, mi raccomando 😉 ).

Ore 18 (o forse 19, o forse 20, o…. allora, te ne vai o no???) 
Scatta l’ora X, spegni il tuo PC, butti dalla finestra il telefono e via verso monti innevati nella totale assenza di copertura dati e WiFi.

Ma… all’improvviso un raggio di umanità riempie il tuo cuore e decidi di scrivere un AutoResponder per le email dei tuoi clienti, leads e fornitori.

Ma cos’è un AutoResponder? E’ un messaggio preimpostato per rispondere alle mail che ricevi su una o più caselle di posta;  è del tutto automatico, ossia non devi sapere se stai ricevendo delle email, una volta impostato il sistema fa il lavoro sporco al posto tuo.

E’ essenziale per comunicare qualcosa a chi ci scrive; si va dall’assenza temporanea, agli orari d’apertura al pubblico, alle modalità e ai canali di comunicazione, ai canali alternativi per le comunicazioni d’emergenza o, volendo, a tutto questo messo assieme.

Qualche piccolo consiglio per un creare un messaggio di AutoResponder efficace prima di partire:

1 – Sii chiaro
È necessario specificare in maniera cristallina ciò che vuoi comunicare; se, per esempio, nel periodo di un’eventuale assenza non potrai leggere e rispondere alla email, dichiaralo senza equivoci.

Dovrebbe essere una cosa ovvia; a quanto pare non per tutti.

2 – Positività e Professionalità
Messaggi sempre positivi (questa regola vale in ogni ambito comunicativo) e professionali.

Eccedere in umorismo potrebbe essere dannoso, a meno che tu non faccia parte della categoria al punto 5.

Banditi messaggi come: “Sono in ferie, saranno presenti i miei collaboratori, a meno che non si siano suicidati a causa della mia assenza”.

Positività e professionalità sono sempre ben accetti.

3 – Delega o reindirizza
Se lo studio è composto da più persone e puoi delegare, fallo, ma solo se la persona da te prescelta sia in grado di dare risposte corrette, altrimenti ti rovini il periodo natalizio (o le vacanze la prossima estate). Potrai inserire l’indirizzo email a cui far riferimento oppure reindirizzare verso un form di contatto sul tuo sito (se ce l’hai e non fai ancora parte dell’era paleozoica), per mantenere monitorate le richieste al tuo ritorno. Se hai previsto un numero telefonico per le emergenze indicalo direttamente nella email.

Questo ti permetterà di avere più ordine al tuo rientro.

4 – Privacy personale
Una pratica da consolidare è proprio quella di non divulgare troppe informazioni personali, il tuo tempo libero è sacro (niente telefoni personali o spoiler sulla propria destinazione vacanziera)

5 – Sei un creativo?
Se hai associato da sempre la tua immagine professionale alla cultura e alla grafica di alto livello, sfrutta il tuo potenziale creativo e originale per generare una mail divertente e coinvolgente, altrimenti rimani sul testo scritto (perfino meglio in quanto più digeribile dagli AntiSpam)

Tu puoi permettertelo, è nella tua indole!

6 – Esempio copia-incolla

Sei arrivato all’ultimo punto e hai segnato alcune idee, ma vorresti un esempio di Autoresponder efficace ed utile per “ogni stagione”? 
Come anticipato da Mario Tura De Marco durante Amministratore Evolution Revolution 2018, ecco un esempio di Autoresponder creato da Mario proprio per il tuo studio di Amministrazioni Condominiali:


[QUESTA EMAIL È UNA RISPOSTA PRODOTTA DAL NOSTRO SISTEMA AUTOMATIZZATO]

Buongiorno/Buonasera,

la ringraziamo per aver scelto di utilizzare questo canale.
Seppur da noi presidiato giornalmente, questo canale non costituisce un sistema di comunicazione destinato alle emergenze quali perdite, infiltrazioni, parti pericolanti, ecc…; al verificarsi di uno di questi eventi, quindi, la invitiamo a contattarci telefonicamente al numero XX/XX XX XXX o al numero YYY/YY YY YYY.

Qualora volesse segnalare un allagamento, un incendio o una perdita di gas, la invitiamo a CONTATTARE TEMPESTIVAMENTE I VIGILI DEL FUOCO AL NUMERO 115.

Le facciamo presente che le email vengono processate ogni giorno a partire dalle ore 17:00 e vengono evase seguendo criteri di importanza che, ovviamente, prevalgono rispetto all’ordine di ricezione delle stesse; proprio per questo potrebbe trovarsi nella condizione di ricevere una risposta non tempestiva.

Cogliamo l’occasione per portare alla sua attenzione le seguenti informazioni:

·         L’amministratore riceve solo su appuntamento e per questioni condominiali

·         Non si accettano i pagamenti delle rate condominiali in Studio

·         Lo Studio osserva i seguenti orari di apertura al pubblico:

◦   Lunedì e mercoledì dalle ore 10:00 alle 12:00

◦   Martedì e giovedì dalle ore 15:00 alle 18:00

Negli altri orari è attiva la segreteria telefonica costantemente presidiata da un nostro operatore; la invitiamo a lasciare un messaggio e verrà ricontattato appena possibile. Anche per questo canale rispetteremo lo stesso criterio di evasione adottato per le email (come riportato sopra).

Nella continua ricerca attuata per migliorare il nostro servizio e garantire la massima soddisfazione ai nostri Clienti, rimaniamo a sua completa disposizione e porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Lo Staff di

“Studio PincoPallo”

SI PREGA DI NON RISPONDERE ALLA PRESENTE EMAIL IN QUANTO GENERATA DA UN SISTEMA AUTOMATICO


Ovviamente lo potrai adattare alle tue esigenze ritoccandolo nei punti che non sono compatibili con il tuo modus operandi.

Per farti comprendere la struttura di un messaggio che potrebbe apparirti banale, di seguito ti riporto una breve spiegazione.

  1. Il messaggio si apre con [QUESTA EMAIL E’ UNA RISPOSTA PRODOTTA DAL NOSTRO SISTEMA AUTOMATIZZATO] serve proprio per spiegare ai tontoloni che al di là dello schermo del loro PC o Smartphone non c’è nessuno pronto a rispondere alla sua richiesta.
  2. Il doppio saluto d’apertura avvalora il fatto che non sia una risposta data da un essere umano; lo sai che i condomini sono sempre diffidenti, vero?
  3. La prima cosa che si puntualizza è che le email servono per comunicazioni di servizio e non per le emergenze; questa puntualizzazione, apparentemente banale, serve per quei fenomeni che pensano che basti mandare una email all’amministratore perché questi si mobilizzi immediatamente, a mo’ di pulsante d’accensione, ma, soprattutto, serve per comunicare, nel passaggio immediatamente successivo, che chi scrive non deve avere alte aspettative in merito ai tempi di risposta; ovviamente, se della velocità nei tempi di risposta ne fai il tuo Cavallo di Battaglia, allora questo discorso non vale per te (ma sei in grado di garantire SEMPRE velocità?). Indicando i numeri di contatto per problemi minori e quello dei Vigili del Fuoco per eventuali emergenze, fa capire loro come comportarsi e, nel contempo, ti liberi da potenziali contestazioni future.
  4. Come anticipato al precedente punto, indicare che le email vengono lette nel tardo pomeriggio, allontana la pressione su di te e sui tuoi collaboratori; oltre a questo cuscinetto, ne inseriamo un altro, ossia facciamo presente che diamo risposte seguendo criteri di IMPORTANZA e che lo scrivente potrebbe ricevere una risposta non tempestiva (non ho detto NON ricevere una risposta tempestiva, ma RICEVERE una risposta non tempestiva). Va da se che per ogni condomino la propria email è la più importante, ma non potendo mai sapere quante altre ne avete ricevute e di quale tenore, non potrà attaccarvi più di tanto in caso di tardiva risposta (potrete sempre giustificare il ritardo con altre importanze maggiori delle sue).
  5. Come già detto nell’articolo, in un AutoResponder possiamo comunicare tantissime cose e, in questo caso, indichiamo anche gli orari di apertura al pubblico, l’attivazione di una segreteria telefonica e la modalità di presa in carico dei messaggi in segreteria, ossia adottando le stesse regole delle email (secondo criterio di importanza). Se poni attenzione a come è stato concepito il messaggio, NON compare mai la voce CHIUSURA (ad esempio orari di chiusura, ma solo di apertura al pubblico), NON viene indicato che il Venerdì lo studio è chiuso (lo si desume dagli orari di apertura in cui il venerdì, al pari del sabato e della domenica, non compare).
  6. Concludiamo indicando al Cliente che ciò che vogliamo fare è migliorarci e che siamo sempre a sua completa disposizione.

Qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che un AutoResponder è uno strumento che serve opposta per non essere a disposizione del Cliente. Ovviamente dissento perché in un’azienda, che si tratti di uno studio di Amministrazioni piuttosto che di una Software House, essere disponibili vuol dire fare del proprio meglio per gestire e risolvere le problematiche dei propri Clienti, non divenire schiavi di questi ultimi. Organizzare il proprio studio, anche dal punto di vista della comunicazione, serve per ambire a obiettivi ben più elevati rispetto al semplice ripartire delle spese condominiali.
Potrai impostare l’ Autoresponder direttamente dal tuo pannello di gestione delle mail oppure chiedendo supporto a chi si occupa della gestione del tuo Dominio web.  

Ricorda sempre che una corretta, positiva e puntuale comunicazione (aziendale e non) è fondamentale per il successo della tua attività professionale.

Che l’evoluzione sia con te!
Manuel “DeMan” De Stefano

La bionda stupisce, la mora rapisce, l’hacker COLPISCE!

Quante volte, la mattina, controllando le email ricevute trovi e cancelli mail fantasiose con oggetto “tentativo di accesso al suo conto corrente” o “Hai un bonifico da 517.000 euro in entrata”?
Una classica mail di Phishing.
Cos’è il Phishing? E’ un tipo di truffa informatica che spesso si verifica con la simulazione di una richiesta via email da parte di un ente che sia banca, posta ecc, che induce ad inserire i propri dati sensibili mediante una scusa verosimile, proponendo un link sul quale, se si clicca, si viene riportati ad un sito spesso fotocopia dell’ente originale.

Il Phishing è la tecnica più conosciuta e utilizzata, ma in questo articolo voglio parlarti di un attacco denominato “man in the middle” letteralmente tradotto “uomo nel mezzo”; questo avviene quando un hacker si intromette in una conversazione già avviata fra due utenti, ovviamente totalmente ignari. L’hacker attua la sua truffa alterando parti della loro  comunicazione.

Ultimamente è uscito un articolo sul giornale “La Stampa”, che riporta : 

“L’amministratore del condominio «Villa Guerci», in via Tripoli, angolo via Faà di Bruno, fa effettuare alcuni lavori di edilizia a un’impresa di Castelspina. A opera ultimata, il capomastro invia un’email all’indirizzo di posta elettronica con cui, già in precedenza e più volte, aveva intrattenuto corrispondenza con l’amministratore, allegando la fattura in formato pdf, teoricamente più difficile da alterare.

L’amministratore stampa il documento su cui è indicato l’Iban dell’impresa, va in banca e su quel conto paga l’importo di 11 mila euro. Alcuni giorni dopo, però, incrocia l’impresario che con garbo, gli sollecita il pagamento: è una cifra consistente per il suo bilancio, se potesse provvedere… «Ma io ho già saldato il conto» replica l’amministratore. 

Controlla e mostra, a prova di assoluta buona fede, le pezze giustificative dell’avvenuto bonifico effettuato in banca. Purtroppo, però, il denaro, partito dal conto del condominio, è stato intercettato lungo il tragitto verso quello dell’impresario e «dirottato» su un altro, aperto su una banca on line, sede a Milano.”

Ti chiederai, com’è possibile questo?

Mentre la pratica è più complessa, la logica attuata è semplice: l’hacker ha violato l’account di posta dell’amministratore di condominio in questione, controllando così tutte le conversazioni per un certo periodo di  tempo, entrando e uscendo a piacimento dall’account di posta elettronica dell’amministratore. Tutto questo fino a quando non ha trovato un file allegato davvero molto interessante, la fattura di un fornitore, l’ha aperta, modificando la parte relativa all’IBAN ed ha provveduto a richiudere il tutto rispedendo la fattura modificata con l’IBAN del conto sul quale l’hacker ha pieno accesso.

 L’amministratore ha emesso il pagamento che poi è partito si, ma verso chi?

Inutili sono stati i tentativi, da parte della Polizia Postale, di bloccare il pagamento verso il conto corrente errato, anche perché mediamente sotto ad un conto corrente ci sono una serie di triangolazioni per girocontare i soldi altrove, in conti tipicamente non controllati, come ad esempio a Panama. Sono ancora a  lavoro gli investigatori, ma rimane attualmente la questione degli 11 mila euro “sfumati”, pagati dai condomini, versati da parte dell’amministratore di condominio ma finiti chissà dove.

Come si può prevenire?

In questo caso specifico ti elenco 3+1 cose da fare assolutamente:

  • Cambiare le password periodicamente
  • Avere un software sicuro a gestione delle password
  • Avere un CRM/software contabilità per memorizzare i dati ricorrenti (es. IBAN del fornitore)
  • Non usare password troppo semplici

Qui la parte dolente, usare password come “forzamilan18”, o come spesso noto, date di nascita o nomi dei propri figli, è SBAGLIATO, esistono infinità di programmi che effettuano attacchi ripetuti, basandosi su un database con parole comuni, numeri, o addirittura parole+numeri che tentano in automatico di scoprire la tua password. Scegliere una password alfanumerica complessa eviterà sicuramente immediati problemi, in quanto le combinazioni che tale password venga trovata aumenteranno.
“47rretwd245@” è un esempio di password complessa, contiene numeri, lettere (maiuscole e minuscole) ed un carattere speciale.

Il cambio password periodico, almeno una volta al mese, eviterebbe ancor di più le possibilità di riuscire ad effettuare accessi indesiderati al vostro account, ma come posso ricordare tutte le password? Esistono svariati programmi che diventano di ausilio al nostro scopo, si chiamano in gergo Gestori Password. Ecco alcuni esempi:

  • Dashlane: molto intuitivo, possibilità di cambiare più password contemporaneamente, notifiche in caso di violazione account
  • KeePass: completamente gratuito, possibilità di portare con se il database tramite chiavetta USB, possibilità di sincronizzare le password con Dropbox o Gdrive
  • Zoho Vault: possibilità di organizzare le password condividendole con un team, completamente in cloud, identificazione di sicurezza a due fattori configurabile

Spesso tali programmi però, da soli, all’interno dei processi di studio, possono risultare incompleti senza un buon CRM che sia di ausilio nella gestione dei dati, in questo specifico caso, con il fornitore che richiede il pagamento di una fattura

Al giorno d’oggi i punti di accesso per gli hacker sono divenuti tantissimi, si varia dal pc allo smartphone, passando dalla domotica per arrivare ai robot presenti nella produzione in fabbrica; l’elenco è davvero vastissimo.
Nei prossimi articoli affronterò varie tematiche ed esempi  riguardanti la cybersecurity, sia la parte di prevenzione che la parte, ahimè, post attacco, quindi eventuali azioni di recupero o pulizia dei dispositivi.

Proteggersi dai rischi informatici,  sia per il vostro studio o per l’aspetto privato, dovrà diventare una priorità, un qualcosa su cui puntare e non quindi essere un rischio per voi e per i dati in vostro possesso.
Cosa ancora più importante, avere uno studio protetto da eventuali attacchi hacker vi permetterà di dormire sonni tranquilli, almeno per quanto riguarda gli attacchi informatici 😉 

Chi è un bravo Informatico?

Mi ritrovo spesso con persone che mi chiedono:

Che caratteristiche deve avere un bravo informatico? Da cosa si riconosce il “Bravo Informatico”?

Sono ormai anni che mi occupo d’informatica, variando dal settore della programmazione al Customer Care, per focalizzarmi al momento sulla sicurezza dei sistemi informatici, innovazione e gestione dei processi.  A seguito delle numerose domande ricevute, mi sono sempre chiesto: ma effettivamente come dovrebbe essere un bravo informatico? Partendo da questa domanda, passando poi da vari step della mia esperienza, sono arrivato ad una conclusione, ciò che si dice dell’informatica è vero: “è quella cosa dove chi comanda non la conosce, e chi la conosce non comanda”.

Vi spiego il perchè.

Spesso, non sempre, il nostro utente/cliente/committente, si insomma chi ci paga, (l’informatica) la vede a seconda del suo ruolo, della sua realtà, ( “ma la realtà è rappresentazione”, ci ricorda Schopenhauer), in molti modi differenti: delle volte come un form, altre come un semplice pulsante, e spesso solo come una cifra in un conto d’investimento, quasi mai, anzi diciamolo, proprio mai, come un sofisticato meccanismo creato dalla mente e dalle dita di un abile artigiano.

Vi assicuro, per quanto si voglia far sembrare un prodotto informatico, un prodotto industriale, l’informatica fatta a qualsiasi livello è solo artigianale.

Quanto mi avrebbe fatto (e farebbe anche ora) comodo, un prodotto che premendo un tasto mi tirasse fuori un gestionale, un ERP, un qualcosa per creare siti e gestisca l’intero motore che c’è dietro. Si ok, ci sono i tools che automatizzano molte azioni, ora ci sono anche i ChatBot, ma il nocciolo della questione è che senza l’intervento UMANO poco o nulla si fa.

Nell’informatica poi si distinguono 4 grandi categorie:

1. Programmatori – Generatori di codice puro. Di solito, a questi eroi, occorre solo dire di che cosa hai bisogno e loro te lo costruiscono. Dall’altra parte, difficilmente troverete chi si porrà domande sul perché serve qualcosa, loro lo fanno e basta, badate bene che si arrabbiano moltissimo quando ricevono richieste illogiche od astruse.

2. Customer Care – Help Desk, Uomini/Donne Ticket. Non so, ma l’impressione è che il 99% delle richieste a cui mi sono trovato di fronte negli anni passati da parte di utenti è: non so cosa voglio, ma lo riconosco quando lo vedo. La maggior parte di coloro che si riconoscono in questa categoria passa il tempo a spiegare ad un utente, senza sembrare brusco, che una Alfa Romeo147 con su ali da aereo, anche se si può effettivamente creare, non è il massimo della vita; meglio in questo caso acquistare o una bella utilitaria o un biplano o entrambi. Se poi, come capita spesso, si dice sì all’utente (sulla 147), devi poi passare altrettanto tempo a parlare con i realizzatori per farli rassegnare al fatto che da ora in avanti, quello che hanno fatto, lo devono buttare dalla finestra e devono ricominciare a fare qualcosa di diverso. (Un consiglio! Meglio non assecondare MAI l’utente, piuttosto si spiegano le motivazioni)

3. – Tecnici – I gran lavoratori dell’hardware e software, come ogni informatico, viene visto sempre come il tuttofare, quante volte mi sono sentito dire “ah sei un informatico, come mai non mi parte più la lavatrice?!” oppure “perchè non mi arrivano più le mail sul programma famossisimo ApriMail? Sei un informatico dovresti saperlo!?!?! o ancora “ah io devo aprire un negozio online, mi serve un sito e-commerce e devo fare pubblicità su internet” NO! Questa non è roba da informatici, nel senso si, ma sono specializzazioni, che dovranno si avere una buona base di informatica per far si che tutto sia in armonia con la strategia, organizzazione e realizzazione del progetto

4.  – Il cugggino – deve esserci ma in piccole dosi, sono si abilissimi comunicatori e perfetti creatori di presentazioni ad effetti speciali creati ad arte con Power Point, spesso grandi oratori. Quanto poi a realizzare prodotti informatici…In genere sono soliti dire per farvi capire che sono dentro la materia:

“Un prodotto informatico è un insieme di sequenze logiche che prendono delle informazioni in input, le elaborano e forniscono un output!” – (si ok grazie!)

Si ma come ? Beh, questo è un lavoro per i tecnici……. ma posso fartelo io aggggratis o se mi inviti a pranzo dalla Zia….

Un BRAVO informatico, qualsiasi sia il suo livello, deve avere le seguenti qualità per non finire presto in depressione o scoprire che la sua settimana lavorativa dura tra le 60 e le 80 ore.

  • Preveggenza. Nei campi di battaglia mi sono guadagnato svariati sopranomi (l’attuale è DMAN – Il risolutore), ma nelle esperienze di Custome Care ero spesso chiamato il “Nostradamus de noatri” quando ricevevo una chiamata da un utente e mi chiedeva qualcosa che sia una segnalazione di breve impatto, di solo 2 giorni lavorativi, sapevo già che si sarebbe trattato di 2-4 mesi. L’ultima volta che mi hanno chiesto di fare una consulenza presso una grande multinazionale, “robetta da nulla Manuel, solo 1 settimana” tale azienda riuscì, per colpa di una mail infetta, a prendere il Ransomware (virus crytpovaluta), e infettare 80% dei pc (macchine industriali comprese) di tutta Europa,  così dalla settimana rimasi, ben volentieri, per ben 4 altri mesi. Ancora mi domandano come facevo a saperlo. Io uso questa Regola, tramandatami da un vecchio saggio. Quando vi chiedono una stima di qualcosa di nuovo, aumentatelo alla categoria superiore e moltiplicatelo per 2 o 3 a seconda del vostro istinto.

1 giorno=2 o 3 settimane ad esempio. In questo caso sarete molto vicini al tempo che impiegherete.

  • Ascolto. Mai e dico mai realizzate qualcosa non appena l’utente ha finito di parlare. Aspettate, respirate, fate una pausa e poi dite sempre, lo metto per iscritto (che sia carta o in digitale) perché cosi lo capisco meglio. A questo punto accadono 2 cose: o l’utente dice, non mi serve più (40%), o vi cambia i requisiti (60%). Nel secondo caso si ricomincia il loop, ma si evitano infiniti sprechi di tempo e fatica e possibili litigi con l’utente
  • Essere mal fidati. Badate bene, a molti può sembrare una frase brutta, fuori posto, l’essere mal fidati, ma fidatevi di un mal fidato, ripetere alcuni concetti, chiarire e confermare farà risparmiare tanto tempo per il futuro. Controllate l’attività dell’utente, testate, testate sempre ogni singola cosa e poi ri-testatela. Avere dei programmi free bugs o congeniali all’attività che l’utente dovrà svolgere, è l’unico vostro scudo ad ogni possibile richiesta assurda ed alla domanda, ma perché ci vuole cosi tanto…?! Spiegate! Parlate! E’ così bello essere chiari! 

L’ultimo talento lo si acquista con l’esperienza, con tanta esperienza, o si è fortunati ad averlo dalla nascita e si chiama la capacità di vendere la propria attività.

Dilbert insegna che se siete dei super esperti, bravissimi, capaci, ottimi risolutori, fornitori di soluzioni, ecc,ecc, beh, questo non vi sarà mai riconosciuto. Mai. Perché (sempre per la solita legge della rappresentazione) state per tutti solo facendo il vostro lavoro.

È come dire bravo ad un chirurgo. Certo che è bravo, è il suo lavoro.

Però il chirurgo si fa pagare ! E questo, perchè il chirurgo fa pesare tantissimo il suo know-how.

Questo talento poi, più passa il tempo e più diventa molto più importante di tutti gli altri, specie qui in Italia.

L’informatico non è molto lontano dalla figura dell’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO, più saprete far intendere al Vostro utente (condomino), quanto il Vostro lavoro sia complesso e sfaccettato ( e di conseguenza oneroso ed impegnativo) perché deve essere accurato, completo per dare un servizio che nel tempo porterà guadagno (ovvero risparmio), e maggiori saranno i Vostri compensi. (C’è sempre chi vi dirà, ma che ci vuole a farlo?! A quel punto cedetegli la sedia ed chiedetegli di mostrarvi la sua bravura…Si azzittirà all’istante).

Un bravo informatico saprà sempre informavi su tutto durante tutto il progetto (che sia una implementare software, di rete o creazione di un sito), e noterete, anche se non subito, come questo vi renderà la vita migliore, non ha prezzo!

Ecco allora che alla fine tutto appare più cristallino, forse la risposta l’ho sempre avuta davanti ai miei occhi: il BRAVO INFORMATICO è colui che gli altri riconoscono come un risolutore di problemi, e non come causa dei problemi stessi.